sake giapponese

Il sakè è una bevanda molto diffusa in Giappone e consiste in un vero e proprio vino a base di riso. Questa bevanda si ottiene in particolar modo dalla fermentazione di riso, acqua e spore koji, una ricetta che risale addirittura al III secolo a.c.. Il sakè è perciò una bevanda dalla storia millenaria e rappresenta un pezzo importante della tradizione giapponese.

Tutti gli amanti della cultura nipponica meriterebbero di conoscerne i segreti, a partire proprio dalla ricetta che negli anni è stata modificata e perfezionata sempre più. Molta importanza riveste ad esempio la scelta del riso, che non è quello utilizzato per la preparazione del sushi o di altri piatti giapponesi. Per la preparazione del sakè, i giapponesi si servono del riso Sakamai.

Sakè giapponese: come prepararlo

Si tratta di una varietà che si distingue per via dei chicchi più grandi, i quali vengono sottoposti a una raffinatura che ne riduce fortemente gli strati esterni. Il risultato è un chicco il cui volume diminuisce del 50-70% circa, ma che risulta molto morbido e poroso. In questo modo può accogliere più facilmente le spore di koji, una muffa che trasforma l’amido di riso in zuccheri fermentabili.

A questo punto ha inizio la prima fermentazione, che ha una durata di circa quattro settimane. In questo periodo di tempo la miscela si trasforma in mosto. Successivamente, si aggiunge altro riso al vapore, acqua e koji e ha così inizio la seconda fermentazione. Una volta terminata, il sakè viene pastorizzato, filtrato e poi imbottigliato.

Da questo processo si ricava un sakè giapponese con una gradazione alcolica che si attesta tra i 15 ed i 17 gradi. La bevanda è quindi pronta per essere gustata accanto a una delle pietanze e prelibatezze della cucina giapponese. Il sakè accompagna generalmente i pasti principali e può essere consumato anche al termine di una cena a base di sushi Seabreeze. Per maggiori informazioni sul sushi surgelato e gli altri prodotti giapponesi di Seabreeze, clicca qui.